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Buone nuove per i restauratori nella legge «Buona Scuola»

Una restauratrice all'opera

Roma. Tra gli emendamenti alla legge «Buona Scuola» approvata dalla Camera il 20 maggio scorso c’è il comma 15bis dell’art. 2 che riconosce l’«equipollenza dei titoli rilasciati da scuole e istituzioni formative di rilevanza nazionale operanti nei settori di competenza del Mibact», alla laurea magistrale e ai diplomi di specializzazione previsti dalla legge in vigore.
Viene così sanata una assurda anomalia, provocata da una errata valutazione: penalizzava infatti i restauratori laureati prima del 2009 all’Opificio delle Pietre Dure, all’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro e a quello specializzato nel Restauro Librario, cioè le Scuole di Alta Formazione dello Stato

. Proprio questi specialisti non potevano partecipare ai concorsi per l’accesso ai livelli dirigenziali della pubblica amministrazione, erano stati esclusi dalla carriera universitaria e il loro titolo non era più valido a livello europeo, pur trattandosi dei professionisti più preparati, che da sempre rappresentano l’élite del settore.
Ora si aspetta l’approvazione del Senato e poi, entro 60 giorni, il decreto ministeriale che renda operativa la norma.

di Tina Lepri, edizione online, 1 giugno 2015