Raffigura una scena dal Vecchio Testamento:
Libro di Tobia, Capitolo 11, Versetto 18.
episodio nel quale Tobia incontra la nuora alle porte dalla città,
in questo caso accompagnato dall’Angelo Custode, scelta pittorica
molto diffusa in epoca barocca.

1mulier_peter_tempesta_paesaggio_firmato_In centro al dipinto, su di una roccia, la firma: “Cavalier P. Tempesta 1699 fecit”

2mulier_peter_tempesta_paesaggio_firmato_La provenienza è prestigiosa.
Famiglia Borromeo, ubicazione originaria: Isola Bella, Lago Maggiore.

Cornice originale in legno intagliato e dorato.
Doratura opaca originale di fine 600.
Tracce:

Peter Mulier giunse in Italia nel 1656, soggiornò a Roma dove conobbe
Cornelius De Waeil che arrivava a Roma dopo 40 anni di permanenza a Genova.
Fu influenzato dalla pittura di Gaspard Dughet, che a sua volta prende spunto
dal cognato Nicolas Poussein. A Roma Lavora per i Duchi di Bracciano,
il principe Colonna, il cardinale Gilberto Borromeo, Aloisio Omodei e per la famiglia Doria Pamphilj.
Ancora oggi sono conservati splendidi affreschi a Palazzo Colonna.
Già dal 1659 fu iscritto alla Gilda dei pittori Olandesi con il sopra nome di Tempesta,
che gli fu dato per i numerosi dipinti che raffiguravano il mare agitato con velieri in difficoltà.


Nel 1668 si trasferì a Genova anche perché dopo la partenza del De Wael,
non era rimasto alcun pittore di marine di talento.
Ma la ragione di fondo era probabilmente la gelosia nei confronti della moglie,
che aveva fama di essere donna di facili costumi.
Questo problema aveva finito per causargli seri problemi di salute.
Il Mulier visse nel monastero di San Giacomo a Carignano, poi si trasferì in centro,
a contatto con i suoi datori di lavoro, fra cui i Doria e i Brignole Sale.
Nel frattempo nacque un amore con Anna Eleonora Beltrami,
gentildonna torinese abbandonata dal marito.
Nello stesso anno però mandò a chiamare la moglie legittima,
rimasta a Roma con i figli, la quale nel frattempo, aveva partorito altri tre bambini,
evidentemente avuti da relazioni extraconiugali.
Durante il viaggio Lucia venne assassinata nei pressi di Sarzana da due sicari,
Angelo Luigi di Valle Rustica, un soldato di ventura corso, e Massimiliano Capurro,
un adolescente Genovese.
Il Tempesta venne arrestato il 13 gennaio 1676 come mandante dell’omicidio.
Nel processo del 1679 fu riconosciuto colpevole e condannato a vent’anni di prigione,
nonostante la strenua difesa dell’avvocato milanese Giovanni della Torre,
uomo di fiducia del conte Borromeo. Nello stesso anno, benché recluso,
il Tempesta sposò la donna amata.
Durante il periodo di detenzione, continuò a lavorare, realizzando una grande quantità di opere
per i nobili genovesi. Per consentirgli di lavorare con tranquillità,
gli venne assegnato un atelier di eccezione;
il vano della campana nella Torre del Popolo di Palazzo Ducale,
da cui poteva godere una magnifica vista sulla città e sul porto.
Per sua fortuna gli amici milanesi non lo abbandonarono e dopo anni di trattative ad alto livello,
condotte dal conte Borromeo e dal governatore spagnolo di Milano,
il Tempesta venne dichiarato innocente e scarcerato il 15 ottobre 1684.
Da Genova si trasferì a Milano dove lavorò anche per i Borromeo all’isola bella sul lago Maggiore.

A questo periodo risale questo splendido paesaggio che reca la data 1799.
Da sottolineare che non è facile trovare un dipinto firmato e datato.
La provenienza, tramandata solo oralmente, dagli ultimi proprietari sarebbe proprio quella dei Borromeo.
L’opera è di qualità straordinaria, le luci che caratterizzano i piani intermedi di tutta la sua produzione,
qui sono particolarmente intense e suggestive e lasciano percepire con nitidezza l’influenza,
che deriva da Poussein attraverso Dughet.
I personaggi di grandi dimensioni sono di splendida fattura e interamente realizzati dal Mulier.
E’ necessario specificare questo fattore, perché molte opere di questo maestro,
avevano figure realizzate da un suo allievo specializzato: Carlo Antonio Tavella.

3mulier_peter_tempesta_paesaggio_firmato_Sono numerose le opere a 4 mani realizzate dal Mulier ed il Tavella.
Si conoscono alcuni dipinti monogrammati da entrambi i pittori.
Le vecchie monografie o pubblicazioni spesso confondevano gli autori, oggi sono stati studiati a fondo e meglio identificati anche nella produzione.
La cornice merita una nota in quanto originale e di eccezionale bellezza.
E’ una tipica sagoma lombarda realizzata in pioppo, il materiale dei laghi,
che presenta miracolosamente una prima doratura a guazzo in foglia d’oro opaca.
Oltre ad aggiungere bellezza e valore all’opera rafforza le tesi della provenienza Borromeo.

4mulier_peter_tempesta_paesaggio_firmato_La conservazione è ottima, non traspaiono in nessun punto i colori rosso-marrone,
tipici della preparazione del Mulier e per tanto non ci sono svelature.
Agli ultravioletti non si evidenziano cadute significative.
Complessivamente può essere collocato in assoluto,
tra le opere più importanti del maestro, ad oggi conosciute.

5mulier_peter_tempesta_paesaggio_firmato_Dopo aver lavorato anche in Veneto, morì il 29 giugno 1701.

 

">