I vandali abitano a Pantalica, «Patrimonio della disumanità»

Sempre meno sorvegliato il Parco archeologico della necropoli più grande d'Europa

La necropoli rupestre di Pantalica

Pantalica (Sr). Da tempo i vandali hanno preso di mira la necropoli di Pantalica, la più grande d’Europa con 5mila tombe d’epoca preellenica, sempre più imbrattate da graffiti e invase da rifiuti.
Uno degli ingressi del sito millenario, dal 2005 Patrimonio Unesco con Siracusa, è sommerso dall'immondizia e da varie scritte con vernice spray che deturpano i fianchi delle pareti rocciose: l’ultima, alcuni giorni fa, con nomi e simboli razzisti, è stata segnalata dal circolo Legambiente ai responsabili dell’azienda regionale foreste demaniali.

«Purtroppo siamo rassegnati a convivere con la consapevolezza che Pantalica sia sempre in pericolo, ha dichiarato  al quotidiano "La Sicilia" Antonio Brunetto di Legambiente. Manca una vera rete di protezione, sorveglianza, gestione turistica: tutto scomparso tranne i vandali».
Fino all’anno scorso Legambiente e l’associazione Ecopolis di Sortino assicuravano campi di volontariato disseminati nella valle del fiume Anapo, dove si affaccia la straordinaria necropoli, per tenere pulita la zona e proteggerla dai vandali. «Ma la forestale adesso li vieta perché, dicono, hanno già abbastanza operai. Eppure il numeroso personale non è sufficiente a vigilare e difendere Pantalica», afferma Brunetto che denuncia il paradosso piaga della Sicilia: «Abbiamo segnalato alla forestale i campeggi non autorizzati all’interno del parco archeologico; hanno risposto che la colpa è dell’area troppo estesa! In realtà Pantalica, come tutte le aree protette della Sicilia, subisce l’assenza di una rete di servizi che davvero protegga e valorizzi le bellezze dei parchi in stato di perenne abbandono».
Nella necropoli all’interno di chiese rupestri abbandonate e di facile accesso ci sono anche affreschi e sempre più spesso ne vengono asportate o depurpate delle parti. Di fatto da quando è Patrimonio dell’Umanità, il luogo e i paesi intorno al parco archeologico di Pantalica, alcuni bellissimi come Ferla, non hanno avuto benefici economici perché il poco turismo è solo mordi e fuggi.
Nell’isola manca ancora una vera politica regionale di promozione dei siti Unesco.